In questa pagina sono riportati brevi estratti di pezzi critici e articoli di giornale di questi ultimi anni.
“Non ho mai fatto mistero, nell’arte come nella vita, della mia grande passione per gli spiriti semplici e perciò nobili e veri, come Lisandro Rota. Lo conosco e lo conosciamo ormai da tempo: di lui ammiriamo, oltre la fantasia e le indubbie qualità artistiche, quel suo inconfondibile modo filosofico di alleggerire la vita dai suoi affanni, di far cadere le zavorre dell’esistenza, per mezzo della sapiente orchestrazione di un surrealismo domestico, esilarante, nutrito di ironia e di spirito giocoso […]. Abile inventore, giocoliere sottile di situazioni brillanti e dolceamare a un tempo, in cui l’uomo e le sue abitudini diventano di fatto il suo dolce ed irrinunciabile bersaglio, Lisandro è un artista raro, sognatore che sogna per regalarci la rappresentazione di un’emozione creata per essere inevitabilmente nostra."
Marco Palamidessi
“Come nei film di Fellini, nei quadri di Rota è pressoché immancabile la presenza di figure femminili doviziose di forme, potenti, quasi virili, eppure così tenere e dolci. Eroina in pantofole e vestitino a fiori, immensa e leggerissima, fragile e opulenta, aerea e delicata, leggiadra nell’essere e nel portamento, talvolta seducente, allegra e malinconica, ingenua eppure saggia, grande e mai ingombrante, grande perché lo è, questa donna è un impasto ben amalgamato di tenerezza e inquietudine, dedizione alla casa e voglia di andar via, alla ricerca perenne di un attimo di lontananza dalla grigia normalità”.
Marco Palamidessi
“Se poniamo lo sguardo sulle opere di Lisandro Rota è come se il nostro inconscio emergesse dal sonno e si trasfigurasse nelle rappresentazioni che vediamo. E’ come se venissimo tuffati in un mondo sognante, surreale, il mondo dell’infanzia, un microcosmo colorato e ludico, caricaturale ma, al contempo, anche semplice e familiare come se venisse osservato dagli occhi di un bambino”.
Elena Orlando
“Corpulente e opulente, debordanti ma leggerissime donne, una sorta di grazia in movimento sapientemente costruita e orchestrata che fa, dell’ intera sinfonia pittorica rotiana, una fisionomia virtuosa. Figure con valenze simboliche che [….], quasi paradossalmente, riescono a dare una leggerezza, spinta naturalmente dall’ ironia grottesca ma, mai come in questo caso, efficace”.
Filippo Lotti
“Artista dalle spiccate doti di comunicatore, Rota sa giocare tanto coi pennelli quanto con le parole -si leggano a tal proposito i formidabili titoli dei dipinti- nel condurre una lucidissima operazione al servizio dell’idea che intende trasmettere. La sua non è una pittura intellettualistica o complicata, Rota non si erge su alcun piedistallo e non ha la presunzione di insegnarci alcunché, piuttosto ci prende per mano e ci conduce nel suo mondo fantastico, popolato di irresistibili figure, forse povere di mezzi ma ricchissime di spirito, sempre in grado si strapparci un sorriso”.
David Menghini
“Le immagini di Rota sono mondi fantastici, frutto del libero e spontaneo pensiero che, con pacatezza ed ironia, affronta questioni spinose come la tendenza all’isolamento sociale e, allo stesso tempo, la necessità di evadere dalla routine quotidiana, soprattutto da parte della donna che, nell’immaginario collettivo, è da sempre la figura più compressa e schiacciata dagli incastri tra lavoro, casa e famiglia. A mio giudizio, opere come “Anche nella scelta dei compagni di gioco non si possono trascurare certi particolari”, “Mare ad personam” ed “Equilibrismo domestico”, ben identificano questo sentire, ovvero la difficoltà d’interagire con l’altro ed il senso d’oppressione che vive l’uomo, o meglio la donna, contemporanea.
Proprio la donna è la protagonista assoluta delle sue creazioni. La figura femminile di Rota è piena e corposa; è come una divinità protettrice che tutto crea e tutto guida, una sorta di “Magna Mater”, al pari delle Veneri primitive: potenti, solenni e che tutto possono.”
Eleonora Belli